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Il segmento testuale Alla FIAT è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 18Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 326

Brano: FIAT

Parco di autocarri militari forniti dalla FIAT al governo italiano per essere impiegati nella colonizzazione della Libia (Tripoli, 1912)

Agnelli diede contemporaneamente avvio a una politica economica intesa a creare, attorno alla produzione principale, « una struttura verticale e orizzontafecontali interessi e partecipazioni in differenti industrie fornitrici di materie prime e prodotti semilavorati, da garantirsi il massimo di autonomia ». L’occupazione operaia non era cresciuta in proporzione all’espandersi della produzione; e questo dato introduceva la verifica del tipo di sfruttamento che l'azienda esercitava, premendo sui ritmi d[...]

[...]le forniture all’esercito, la « militarizzazione » delle forze operaie, una dura compressione dei salari e dei consumi dei lavoratori, la spietata repressione da parte dello Stato di ogni moto sindacale e politico delle masse consentirono all’azienda torinese di assurgere a livelli di rango europeo e di accumulare risorse finanziarie eccezionali.

I profitti di guerra e la vastità degli impianti per far fronte alla produzione bellica permisero alla FIAT di gettarsi con tutto il suo peso alla conquista di posizioni egemoniche neH'economia del Paese: intrecciando sempre più le proprie sorti a quelle del capitalismo finanziario; partecipando, come scrisse Antonio Gramsci, alle * furibonde lotte del dopoguerra per la supremazia nell’ambito del sistema capitalistico nazionale, trasformando gli originari ” capitani d’industria ” in ” cavalieri d’industria ” ».

II dato più rilevante di quel periodo fu l’instaurarsi di uno strettissimo rapporto tra lo Stato e l’apparato industriale, rapporto che si rivelerà decisivo per tutto lo sviluppo ulterior[...]

[...]ù avevano lucrato negli anni bellici, ma che avevano anche meglio saputo consolidare le proprie strutture.

L’ondata di agitazioni e di rivendicazioni operaie seguita alla fine del conflitto, culminata nell’occupazione delle fabbriche (v.) dell’agostosettembre 1920, mise per qualche tempo a repentaglio il potere capitalistico e indusse perfino gli industriali maggiori, e lo stesso Agnelli, a temere i,l crollo di ogni prospettiva capitalistica. Alla FIAT si ebbero le esperienze di avanguàrdia del movimento operaio italiano attraverso la creazione dei Commissari di reparto e dei Consigli di fabbrica (v.), tanto che altri gruppi industriali accusarono I’Agnelli di eccessiva « tolleranza » nei confronti del movimento rivoluzionario. La politica personale di Agnelli si staccò in effetti non poco da quella degli altri grandi industriali, anche se durante l’occupazione delle fabbriche egli venne allineandosi col resto del padronato nella recriminazione della « neutralità » del. governo Giolitti. Ma il movimento operaio, mal guidato dal Partito soci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 338

Brano: [...]a~ 4+*fk la *«e*a

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Volantino clandestino della Federazione torinese del P.C.I., con i dati sulle elezioni svoltesi alla FIAT (marzo 1945)

sili, per ridursi infine a poche unità. Nel corso dell’inverno 194445 la produzione alla Mirafiori scese al disotto di 10 autocarri al giorno, in luogo dei 70 quotidiani del 1943. Un analogo collasso produttivo si ebbe più o meno in tutti gli stabilimenti della FIAT e nelle altre aziende.

Il 2.12.1944 Valletta convocò il cosiddetto « Gran consiglio » dirigente della FIAT per discutere la crisi di produzione ed esaminare la necessità di compiere licenziamenti che, secondo le sue parole, « dovranno essere fatti con quel criteri di selezione già in precedenti rapporti illustra[...]

[...]trosabotaggi — le Direzioni degli stabilimenti collaborarono attivamente per la difesa e la salvaguardia degli impianti: eccezione unica il

direttore generale della FIAT, il quale sin dal dicembre 1944 si dimostrò avverso all’armamento di squadre operaie ».

A metà dicembre 1944 vi fu un nuovo tentativo fascista di colpire la resistenza operaia, con la decisione di abolire l’indennità di guerra corrisposta nella misura di 25 lire al giorno. Alla FIAT il 70 per cento dei lavoratori guadagnava da 9 lire a 9,50 all’ora e l’abolizione dell’indennità di guerra non poteva certo essere sopportata. In tutti gli stabilimenti si riaccese immediatamente la lotta. Il 24 dicembre si ebbe una prima manifestazione di donne, poi iniziarono fermate di lavoro e agitazioni parziali che si susseguirono, nèlle diverse officine, per tutto gennaio e febbraio.

Il Comitato di agitazione provinciale valutò l’opportunità di organizzare uno sciopero generale, ma prevalse l’opinione di temporeggiare per evitare una reazione nazifascista nella fase di preparazione [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 332

Brano: [...]governo iniziare trattative di pace con gli Alleati.

L’occupazione tedesca

Dopo I’8 settembre la situazione peggiorò ulteriormente: la progressiva mancanza di merci sul mercato e nei negozi, l’insufficienza delle razioni alimentari consentite dal tesseramento, la carenza di abitazioni (per la metà sinistrate e quasi tutte prive di vetri), la mancanza di combustibile per il riscaldamento concorrevano a esasperare il malcontento popolare.

Alla FIAT, come nelle altre aziende, i salari si aggiravano sulle L. 6,60 all’ora per gli operai qualificati e. sulle 5,50 per i manovali. La situazione era aggravata dai licenziamenti, dovuti in certi reparti anche a mancanza di materie prime. Alla Mirafiori lavoravano 1214.000 dipendenti, distribuiti in una ventina di officine, e soltanto in quattro di esse (le n. 17181920) la maggioranza era costituita da operai qualificati o specializzati. Vigeva d’altra parte un sistema di retribuzione a cottimo che praticamente poneva i lavoratori in balìa degli uffici di analisi dei tempi. _

Il pomeriggio del[...]

[...]formarono un Comitato di agitazione, decidendo di porre una serie di rivendicazioni, tra cui l’aumento del 100 per cento del salario, più adeguate razioni di pane e di grassi, e il diritto di sospendere il lavoro durante le incursioni aeree (in uno degli ultimi bombardamenti la Direzione aveva ritardato a dare l’allarme e gli operai erano corsi nei rifugi solo dopo che i bombardieri stavano sulla città). Lo sciopero si allargò rapidamente: il 17 alla FIAT Grandi Motori, alle Acciaierie Piemontesi, all’Aeritalia, alla RIV, alla SPA, alle Ferriere FIAT, alla Michelin; e il 18 novembre si estese a tutti i più importanti stabilimenti torinesi.

II 17 novembre il Comitato provinciale sindacale clandestino lanciò il seguente proclama:

« Operai, operaie torinesi!

Da ieri gli operai della FIAT sono in sciopero. Essi rivendicano la sollecita liquidazione delle paghe del mese di ottobre, l’aumento degli anticipi del mese, l'au

mento della paga base dei cottimi e della razione dei generi tesserati.

Operai, operaie torinesi!

Solidarizzate[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Alla FIAT, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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